“La ragazza che sentì la voce” di Leonardo Salvador @leonardo.salvador95;
Usham era una ragazza che viveva nella città della voce ed era sorda dalla nascita: non aveva mai sentito un singolo rumore e lei il suono non sapeva neanche cosa fosse o che forma avesse.
L’unica cosa che sapeva della voce è che quando arrivava tutto si fermava.
La società in cui viveva l’aveva emarginata, additandola come eretica poiché non poteva sentire quel suono senza tempo intorno al quale si era costruita la città.
Dentro di sé odiava quella voce invisibile, non poteva sentirla né vederla; era diversa dagli altri. Spesso l’avevano messa in ridicolo e una volta per non essersi fermata mentre la voce stava cantando, era stata persino picchiata.
La sua saggia nonna Iylanda, che aveva insegnato a Usham l’arte dello scrivere, un giorno escogitò un modo per far sentire la voce alla nipote.
La nonna comprò un gran ripetitore da una città vicina, un megafono grande quanto due teste.
Quando Iylanda lo mostrò a Usham, la nipote pensò che la nonna fosse invecchiata rapidamente e le disse che non importa quanto fosse grande il ripetitore, lei era completamente sorda, e non poteva sentire niente di niente.
Ma la nonna gesticolava e spalancava gli occhi in modo così concitato, nell’implorare per la fiducia della nipote, che dopo un po’ quella dovette accontentarla e la aiutò a montare il ripetitore.
Una volta finito, la nonna fece sedere sua nipote e posizionò il grande megafono dietro la sua testa, con l’uscita del suono che poggiava proprio sul collo di Usham.
La giovane donna era sempre più contrariata: sapeva che non importava quanto il suono sarebbe stato forte o vicino ai suoi timpani; con i suoi orecchi non avrebbe sentito nulla!
Poi arrivò il momento della voce, e la città si fermò. La nonna regolò il ripetitore sulla frequenza e alzò il volume al massimo, tenendo puntato il megafono dietro la nuca della ragazza sorda.
Quando la voce risuonò le alte vibrazioni del suono incontrarono subito il collo, dove si trovano le ghiandole del piacere, e le vibrazioni della voce corsero lungo tutto il corpo di Usham come spirali di brividi danzanti. Lei pianse di gioia e di piacere. Aveva sentito la voce. Anche lei era parte del tutto! Abbracciò la nonna così stretta che fece cantare le ossa della sua schiena.
Da quel giorno, la giovane Usham sviluppò una grande passione per la voce invisibile, come la chiamava lei, così presto chiese alla nonna cosa significasse. Voleva conoscere il messaggio che si nascondeva dietro quelle vibrazioni divine.
La nonna dovette rispondere, con grande vergogna, che nessuno degli abitanti della città conosceva più il significato della voce. Si limitavano solo a seguire la sua melodia. Una volta qualcuno doveva averlo saputo, aggiunse, ma il messaggio è scomparso nelle sabbie del tempo. Quello che tutti dicono oggi è “È la voce del Maestro, questo è tutto ciò che devi sapere”.
Usham decise che lei doveva conoscere a tutti i costi il vero significato di quella voce divina che faceva vibrare il suo corpo, che la faceva compiacere e piangere di gioia, che le faceva sentire i fili d’erba corrergli lungo la schiena e il bacio del vento inumidirgli le guance.
[…continua…]
Leonardo Salvador
@leonardo.salvador95
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