“Metro d’indifferenza…”

di Simone Scuotto; foto: Alberto Azzara;

Metro d’indifferenza

Mi chiedo se tutti sanno
di questo cigolio acuto
che accompagna la metro
ad ogni cambio, su ogni binario.

Si addensa all’altezza della testa
una nebbia di coscienza
abisso di rumori e volti.

Sarà questo il combustibile
dell’irrefrenabile corsa
che unisce i corpi ma
inibisce gl’esseri.

Neve di sera

Ho bisogno di distanze
per sentirmi parte
della lunga terra
che non abito.

Non è vero
non voglio colmare eliminare percorrere,
ma aspettare a gambe incrociate
qualcuno arrivare, sedersi e poi ascoltare.

Dentro questa tazza di tè
si specchiano volti d’artisti e pellegrini,
di viandanti o assassini.

Lungo questa via
che incolla l’Impero
con obblighi e cerimonie,
c’è la mia stazione di posta.

D’inverno cade la neve,
mai ho lasciato impronta
a rovinare il manto.

Non voglio colmare eliminare
percorrere le distanze ma
vivere con esse
per esse.

Simone Scuotto (@ilpiccolobuddha)

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