“Animali ansiosi…”

di Andy Cassavetes @andycassavetes;

pic: @hug.bae.

Le sagome ricurve delle palme ondeggiavano scure, mentre un tramonto corallo lambiva la linea dell’orizzonte. Wess gettò la cicca a terra, mirando lontano, in un lancio balistico pressoché perfetto. Il mozzicone esalò le ultime scintille arancio, schiacciato dalla ruota di una mountain bike in discesa. Era tutto così tranquillo lì. Lo sguardo di Wess seguì il flusso delle auto che procedevano tranquille verso casa o – chissà – verso destinazioni più interessanti. Buffo immaginare le vite altrui. Ancora più buffo quando – come Wess – non ne hai una che puoi definire tua. Perché non è di certo così semplice accettare di esser in un parcheggio di un autolavaggio alle otto di sera senza un programma. I programmi sono davvero tutto. Si può evitare di metterli in atto o al limite evitare che si susseguano come su una tabella oraria che scandisce il ritmo produttivo di una fabbrica. Ma non si può restare fermi in un parcheggio ogni sera. Wess detestava programmare e quando programmava, iniziava a dar di matto per l’ansia. Sentiva il peso di ogni impegno divorarlo nelle ore o nei giorni precedenti e finiva quasi sempre per mandare tutto all’aria. Come nel giorno del matrimonio con Aline. Quello fu il suo sbaglio peggiore.

Andy Cassavetes

Per leggere il racconto completo…

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