“Pagine” di Matilda Balboni @mifirmomet; foto: Pedro Aversa.
Eccomi.
Mi sono addormentata.
Sospeso era il corpo, per le sue.
Al mio risveglio in quel buio
l’ho visto, mi è parso amico.
Mi ha teso un appiglio in quel vuoto ancora spoglio,
ho saltato ad occhi aperti.
Ora sulle sponde del fiume,
più tardi in un casale di cotto,
portata in grembo dal sonno,
mi affaccio sulla terra che respirava,
fino a poco prima, tra le pagine di un’immaginata realtà.
E ora tra le mie mani
la riprendo dall’ultimo segno.
Mi aveva rapito.
E l’ho lasciato fare.
Mi ha corteggiato.
E l’ho lasciato fare.
Mi ha chiesto di restare.
Così gli ho risposto:
“Se la storia continua,
è previsto il mio ritorno”.
Matilda Balboni
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