di Mattia Cappellazzo (@il.poeta_smarrito).
Questo brano fa parte della rubrica “conversazioni musicali”…:
Non sono solito a lasciarmi andare alle emozioni, ma vi racconto le poche volte in cui mi capita. Che poi, è notte fonda ed io sono troppo stanco per dormire, come pellico mi metto a scrivere. La prima volta che mi capitò, ricordo molto bene, un abito bianco di luna, occhi di rara fortuna, dentro la bruma vidi spostarsi il suo passo di piuma, capelli tinti di un tramonto d'estate, lei mi ricorda il mio sorriso, ma anche le mie più grandi decisioni sbagliate. Ricordo le nostre idee, i nostri progetti, costruiti come fossero castelli di ferraglia, super corazzati, un'illusione che ci abbaglia, progetti che pesan come macigni sulle spalle di due semplici fidanzati. Le emozioni eran come pioggia in un pomeriggio d'estate, fresca e rigenerante, ma bastava un istante di freddo nei nostri cuori per renderla grandine gelata. Questa fu la prima volta, ma alla fine chi non ci è mai passato, preferirei parlare di qualcosa di più importante. Io, anche in questo momento mi sto lasciando andare, e lo faccio costantemente quando scrivo e soprattutto, io scrivo costantemente, Quando sono al bar, prendo sempre il tavolino più isolato scrivo un poema sui tovaglioli, ad esempio questo, e poi lo lascio lì, fra le risate roche di fumatori incalliti. magari qualcuno lo legge, magari a qualcuno piace. In camera mia, io mi confondo dentro la notte vestendo di nero ed entro nel mio mondo, magari scrivo una lettera, vera di notte, falsa di giorno, in cui racconto di me, piccolo e indifeso e di come in questo mondo non mi sono arreso. Nemmeno quando mi dicevano non cambiare ché fuori è pieno di pazzia e io rimango me stesso fra queste righe di follia, in cui ogni emozione conta, soprattutto se è la mia.
Mattia Cappellazzo
Archivio Immaginazione ~ Rapsodie Poeme 