di Giacomo Moricca; foto: @annatoscano1994
Ogni giorno molti di noi si svegliano in una gabbia dorata, aggrappandosi come cani soli e disperati all’assuefazione verso la routine, il controllo, l’ossessione di un futuro certo, lineare e precalcolato. Come se non bastasse, spesso si insegue o si cerca a tutti i costi di proteggere un’immagine di se stessi buona, efficiente e meritevole. C’è chi se ne rende conto e cade nell’errore di immergersi nell’ascetismo o di opporsi a tutti i costi ai modelli precostituiti, non capendo che così si passa rapidamente da un recinto all’altro, quest’ultimo solo in apparenza più confortevole. Le preferenze sono inevitabili nella vita e se possibile vanno rispettate, a prescindere dalla forma che vogliono assumere. L’importante è mantenere un equilibrio di fondo, assaporando la mela ogni volta che si vuole ma senza dipenderne. Ma bando alle ciance, sfondiamo i muri di importanza di questo labirinto e immergiamoci nel fascino dell’ignoto che si presenta momento dopo momento tutte le volte che apriamo davvero gli occhi. Ma è davvero necessario aprirli? Potremmo anche cavarli dolcemente e perderci in una melodiosa sinfonia, accompagnata da queste parole: “Viva la libertà… vorrei essere più egoista di un gatto, e avere l’umiltà di accettarmi così, che nessuno è perfetto…”
Giacomo Moricca