Artwork: Mario Londono (@mariolondono)
di Chernyy Chelovek (@Pierrót)
Io
e il desiderio ultimo
di abbracciare l'aldilà
ci baciamo di nascosto, nelle notti insonni.
Che m'importa di sfregarmi fra centomila cosce?
Centomila braccia nella mia testa
si protendono per soffocarmi.
Ora sono un sommo, ora giullare.
Quest'inverno striscia gelido fra le mie ossa
e il freddo intorpidisce l'anima, nella solitudine.
Cosa sarà della mia vita?
E della mia morte?
Voglio gettarmi dalla finestra
ma per stendermi come panni sporchi,
strappati e malconci
sui fili dell' oblio.
‘Ché il creatore non mi aspetta,
e nemmeno Lucifero.
Cosa allora? e quando?
Non voglio brillare del ricordo
d'una antica e defunta luce, come gli astri.
Nè sedermi a raccontare storie come la luna.
Ogni mio passo pesa.
Sulle rotule pesa la pancia,
sulla pancia pesano le spalle,
sulle spalle pesa la testa,
sulla testa pesano i pensieri,
ed io peso sul globo,
che mi incita a volare o a gettarmi.
I miei affanni diventano nube di fumo
che ingurgito nuovamente e così all'infinito.
Nulla finisce, tutto muta.
Ma la carne qui chiede carne,
ed io non ho altro che fumo.
E sono insaziabile.
Chernyy Chelovek (@Pierrót)
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