di Giorgia Deidda; Artwork: Lorenzo Castiglion (@l_r_n_z_o)
I. Primo
Camminavo per le vie della campagna,
curva e in punta di piedi,
quando vidi il grano muoversi e agitarsi,
sollevare il vento, alzarsi e respirare.
Lo vidi muoversi grasso, grosso,
come quando si scorge un filo d’ombra
nella nebbia.
II. Secondo
La foschia, la bruma, il crepuscolo;
appartenevo segretamente a loro, fitta e piatta.
L’oscurità mi costrinse ad andare via,
ma il grano continuava ad ondeggiare.
III. Terzo
Chi è, madre, che mi osserva
quando dormo, silenziosa, tetra
e malinconica e cupa
e solitaria e desolata?
Ho sonno, e dormo qua, su questa seggiola:
‘moriremo tutti, se io dormo, non voglio dormire’
Venite, teste calve,
venite con la vostra bruttura
di sguardi, pupille incavate, quando volete,
per tutta la notte; io non dormo mai;
ecco io non dormo, ho l’insonnia,
ma non mi annoio.
Chiudo gli occhi;
sento che le mie muse
mi stanno osservando.
Giorgia Deidda (@gio__de)
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