“L’uomo del mio tempo…”

di Vanessa Flamini

artwork: Vanessa Flamini

Chi è l’uomo del mio tempo? Posso fargli un ritratto? È l’uomo di scienza che vola alla conquista dello Spazio. È l’uomo galoppante del progresso tecnologico. È l’uomo razionale e materialista che si dimentica di Dio. È l’uomo superiore che vince sul più debole. Ma è anche l’uomo dal cuore d’oro, quello sensibile e solidale che non abbandona gli altri. È lo scienziato in laboratorio che lavora giorno e notte e cerca di trovare un antidoto universale per sconfiggere il Covid-19. È l’uomo infelice che con un sorriso spesso sa mascherare un grande dolore. In città le persone per fare la spesa o andare al lavoro devono circolare con guanti e mascherina. Questo è l’uomo del mio tempo. Era previsto che in futuro sarebbe andato in giro così. L’uomo del mio tempo si guarda allo specchio e vede la sua immagine riflessa. Le sue dita la sfiorano perché vogliono cercare l’illusione di un contatto reale con il suo gemello. Si scambiano un saluto, una stretta di mano e un bacio sulla guancia come due fratelli che si vogliono bene. La sua identità è parzialmente occultata. I suoi occhi sono molto espressivi e raccontano tante storie. Sotto le mascherine si stringono i denti e le mani con i guanti sono sempre pronte a tendersi per donare il proprio cuore agli altri. Gli uomini dalle barriere protettive racchiudono cuori dai sentimenti delicati, le pulsioni più profonde e i segreti più inconsci. Se quando siamo tutti chiusi in casa non ci sentiamo liberi di muoverci, la vera libertà è racchiusa nella nostra mente. I sogni, le idee, i pensieri alimentano la vita dell’uomo e lo rendono libero di viaggiare. La fantasia degli artisti permette di uscire dalla gabbia per volare liberi come una piuma nel vento.

La creatività è la nostra salvezza. Non riconosco più la mia Colleferro, col suo chiasso e la sua frenesia, i motori rombanti delle auto e dei bus, i suoni squillanti dei clacson in pieno traffico in centro, gli schiamazzi, i fischi e i saluti a squarciagola della gente, le chiacchiere delle signore, i ragazzini che giocano, i cani che abbaiano e si salutano quando vanno a passeggio con i loro padroni, i suoi odori della vita movimentata.
Ora è una città vuota dal silenzio assordante. Mi ricorda la città cretto di Ghibellina di Burri o una Piazza d’Italia dipinta da De Chirico. Una città metafisica davvero inquietante dove l’umanità è assente. Il canto del gallo in campagna, i cinguettii degli uccellini, le campane delle chiese ora sono gli unici suoni che regalano un pò di gioia a tutti gli abitanti. La vita scorre fuori e la solitudine è dentro. Siamo tutti in un dipinto di Hopper. L’arte riflette sulla vita e sul tempo che viviamo. È un viaggio introspettivo, immaginario, illusorio, come uno specchio riflette gli stati d’animo e i pensieri dell’artista… per lasciare infinite possibilità di significato, più interpretazioni, curiosità. Il viaggio nell’arte è un bel sogno dal quale un artista non vorrebbe mai uscire: perché pieno di speranze, illusioni che nella realtà e nel tempo che vive non si possono trovare. Il quadro lascia sempre una porta aperta, un punto interrogativo, un qualcosa sottile che non è finito e che ci fa riflettere, sperare in qualcosa di migliore. Lo sguardo si perde nella pittura: dove l’inizio, dov’è la fine…chi lo sa? Nessuno può saperlo.

La fine è, per me, quella porta aperta che ci lascia entrare nell’opera e tutto ricomincia daccapo. L’uomo del mio tempo vive nel tempo sospeso dell’attesa, una parola alla quale spesso diamo un’accezione negativa, mentre è uno dei momenti più belli della vita. Nell’attesa si racchiudono la speranza, le paure, le ansie, le forti emozioni, le palpitazioni del cuore, i brividi e le mani fredde, i sogni. In attesa che tutto passi, che si possa ricostruire un futuro dove il colore torni presto ad accompagnare le nostre vite, stringerci la mano ed abbracciarci come è sempre stato, pregustiamo quel momento. Diamo un senso a ciò che abbiamo ora. E solo quando pensiamo di averlo perso, è nell’attesa di scoprirlo che viviamo il sogno più bello. Questo tempo è una possibilità di riscatto per la rinascita di una nuova umanità, migliore in un mondo più sano e pulito. Dalla barchetta azzurra in balia della tempesta risorgeremo. E intanto ogni sera la mia città si riempie di tanti puntini di luce come fosse un dipinto. L’immagine mi fa sognare. Ci deve far ben sperare che piano piano ce la faremo. Dobbiamo solo avere molta pazienza. Oh, Uomo del mio tempo! Credo che in fondo siamo ancora coraggiosi di essere Umani.

Vanessa Flamini (@vanessart_flamini)

 

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