Contactless – “MPA”

“Contactless” è la nostra prima raccolta di racconti: questo è un estratto da “MPA” di Loris Pina @grissinotunatuna; 



“Mi rifiuto di credere in un dio che ci lascia invecchiare: se esistesse gli spaccherei la faccia fino a ridurla a poltiglia informe di carne e qualsiasi altro cazzo di elemento di cui possa essere costituito. Non possiamo essere lasciati a noi stessi in questa maniera, prigionieri dentro un corpo che progressivamente si trasforma in una cella dalle pareti corrose. Io maledico detesto l’idea che si debba essere impotenti di fronte al tempo. Per quale ragione devono nascere altre vite che prendano il nostro posto? Perché la vita non rimane fissa, immutata, le stesse anime per l’eternità? Perché cazzo dobbiamo cedere il nostro posto?”

C’è del rancore che potrebbe danneggiare Amelia se condiviso: devo cercare di lasciare andare questi pensieri durante la giornata. E portarmi due (facciamo tre – che non si sa mai) Lars per mascherarlo meglio. L’alcol è uno degli amici sinceri della vita, insieme ai libri e agli zuccheri.

Ovviamente anche la musica.


L’arte in generale, forse?


Ok, abbiamo molti amici sinceri: dipende dal nostro punto di vista; io preferisco ciò che mi allieta riempie lo stomaco e per ora funziona. Io noi mi ci facciamo compagnia col cibo e l’alcol per rilassarci stordirci e finora risulta la maniera più soddisfacente di sopravvivere, pur se con un limite da porre: troppe emozioni e Lars mi stanno facendo venire la pancetta. Uno tira l’altro e si chiamano a vicenda fino a diventare cinque prima di addormentarmi nella vasca.

Il lato positivo è che anche le ombre sono più pesanti, più pigre: hanno sostituito la corsa vorticosa fra le stanze a un faticoso arrancare. Riesco a staccarle di due stanze e l’altro giorno, quando ho scavalcato il muretto senza ombrello, nonostante la pioggia – dato che l’ultimo me l’hanno rubato fuori da un locale, figliə di puttana – verso il balcone dei Natuzzi (la targhetta del citofono lo ripete due volte ma, che io sappia, non ho parenti gradi di parentela) loro si sono arrestate al di là della portafinestra, rimanendo dentro l’appartamento. Quindi mi sento di affermare che gli zuccheri possono arrestare la rabbia se assunti in una misura consona.


Loris Pina


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