Alzheimer di Mattia Cappellazzo
Artwork: Filippo Toscano
Ehi mamma, dimmi, è vero che più s’invecchia più diventiamo saggi?
Che ogni angolo buio si fa luce?
Sai, ho paura,
non tanto di invecchiare, quello è inevitabile,
ma di vedere gli angoli bui mangiarsi la luce dei miei occhi,
ho paura di scavare fra i ricordi e non trovare più nulla,
ho paura di pensarti e non saperti dare un volto,
ho paura di fissare il vuoto e non vederlo riempirsi di immagini familiari e ricordi.
Forse è per questo che scrivo,
per lasciare un segno a me stesso, in quei momenti di cecità mentale.
Mamma, perché s’invecchia?
Perché bisogna prepararsi a dimenticare qualcuno, o un momento, per poi salutare tutti senza preavviso?
Non la sopporto questa condizione della vita.
Dicono che scrivere sulle proprie paure aiuti a superarle,
ma come supero, come combatto qualcosa, qualcuno che non conosco?
Come posso impedire che i miei ricordi si facciano estranei a me?
Se mai vedrò i miei ricordi annebbiarsi e il tuo volto diventarmi estraneo fra il labirinto dei miei ricordi,
spero vivamente di essere prossimo alla morte.
Mattia Cappellazzo (@il.poeta_smarrito)