“Fragile sovranità…”

di @notecoraggiose;
artwork: @Tito Merello



Perché tu fai così,
t'innamori dell'artificio,
componi inni al falso oro,
monili di rame ai raggi del sole,
e la chiami bellezza;

mai ti sorge il dubbio, mai un sospetto
che quell'alba ch’ammiri
è mera apparenza
stelle morte nel grembo della notte.

T'inganna ogni sorriso,
ogni gesto che par celeste e lieve;
visionario, scovi cuori puri
in finti abiti di broccato e miele,

dimmi,
quanto ti seduce l’abisso travestito da grazia?

C'è in te una fame indomita
che si sazia di labbra carminio,
ma ardi di brama scialba, inconsapevole;

t’ho visto cercare bagliori tra le ceneri,
scrutare il fondo di petti sventrati,
t’illudevi forse di trovarci diamanti?

Nella follia che abita i tuoi occhi
hai nascosto l'incanto che ammiri
eppure non c'è:
sei in lotta coi tuoi stessi inganni.

Oh, amore mio,
quante volte hai disceso il baratro
credendolo un cielo in terra.

T'ho eretto come torre,
inalterato al moto impazzito delle mie maree,
m'illudevi a ogni sguardo
e non vedevo come il vero s'ammantava di brume.

Ti griderei il dolore ch'ho sopito.
Ti direi dell'amaro che hai sparso.
Ma a che vale, se il vento trascina
le parole come polve.

Sei servo del tuo tormento,
e prigioniero e amante
della vana - ancora mia -
speranza.

Lascia un commento