di Marilena Lucente @marilena.lucente;
artwork: @JingZhiyong
Prima di lei
Il mare non aveva strade
Prima di lei
Il mare era acqua segreta
Prima di lei
Il mare era vita all’improvviso
Prima di lei
Era l’urlo che l’uomo si teneva dentro.
Lei, Argo.
La prima barca nel mare
tronco scavato
legno che galleggia
Dopo di lei
Niente
è stato più come prima.
Nei racconti antichi Dio fece l’uomo.
E dal suo fianco una donna.
Nessuno ancora lo ha detto:
Dal fianco dell’acqua Dio fece la barca.
Dopo Argo arrivarono le altre.
Tutti conoscono
le rotte e le mappe
I porti e le razzie
I nomi delle barche
quando diventarono navi
viaggio dopo viaggio.
Ma il colore degli occhi dei marinai?
E i pensieri nella notte di vento?
Questo solo è dato di sapere:
i nomi delle barche sull’acqua
Il guscio che fece il nostro e il vostro destino.
La barca che esce dal fianco dell’acqua
Come la donna dalla costola dell’uomo
Ha un nome segnato sul fianco.
Per andare serve un nome.
Non è una stella quella che indica la strada
Più del Nord segnato sull’astrolabio
Ci vuole un nome sulla terraferma.
Il mare è una malattia, pensa la donna
L’orlo dei vestiti bagnati dall’acqua
La spuma dell’onda memoria di una carezza.
Sul fianco del legno il nome di lei
Se lui dimentica sarà la barca a farsi ricordo,
rammendo dei giorni e delle luci la sera.
Le barche sono costole del mare,
nomi scelti tra acqua e tempesta.
Parole che proteggono,
come un soffio di notte
come il riposo del sonno
come l’alba al mattino.
Il nome di una donna
Come un amore
Come un odore
Come un dolore
Ho bisogno di una barca per navigare
Di saperti al mio fianco quando cammino
Tu per adesso resta qui,
a parlare col mare.